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Palazzo Sanseverino-FalconeIl palazzo fu costruito tra il 1707 ed il 1717 come residenza estiva del Principe Sanseverino della vicina città di Bisignano.
Colpito dalla salubrità dell’aria e dalla ricchezza di prodotti che offriva il territorio il principe scelse, poi, di dimorarvi per l’intero arco dell’anno.
L’edificio si erge su quattro piani e presenta caratteristiche architettoniche molto particolari.
Alcuni elementi, come le colonne presenti al centro dell’ampio salone posto a pian terreno, non combaciano con lo stile dell’intero edificio.
Si suppone che siano appartenute ad un precedente edificio, forse una chiesa.
Al piano nobile (secondo piano), dove la famiglia risiedeva, sono, invece, ancora visibili, anche se in parte deteriorati, gli affreschi che decorano le sale.
Il Palazzo fu donato, negli anni ’80, dalla Famiglia Falcone al Comune di Acri che lo consegnò alla cittadinanza nel 1996.
Oggi un’ala dell’edificio ospita il Museo MACA.
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Palazzo Padula>Il palazzo fu edificato verso la fine del 1800 per volontà del poeta e letterato acrese Vincenzo Padula.
Molto lineare da un punto di vista architettonico, presenta un portale d’ingresso in pietra arenaria sul quale il Padula fece scolpire due penne ed un calamaio, simbolo del suo casato.
Fu dotato, inoltre, di feritoie, ancora visibili, per difendersi da eventuali attacchi di briganti, assai frequenti in quel periodo.
Oggi proprietà del Comune, il palazzo è sede della Fondazione Vincenzo Padula (che conserva i manoscritti del Padula e alcune sue opere inedite), della Biblioteca Comunale e del Museo Storico dell’Arte e della Civiltà Contadina.
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La Torre di PadiaLa torre di Padia, simbolo della città, è ciò che rimane dell’antico castello, noto anche come Rocca dei Bruzii.
Il castello, originariamente di forma trapezoidale, era un'opera difensiva costruita dai Bruzi per difendersi dalla vicina Sibari.
Intorno al castello sorgevano le mura che delimitavano la fortezza e racchiudevano anche due chiese: la Chiesa di Santa Maria Maggiore e la Chiesa di San Nicola.
Nel 1999 furono rinvenute nelle mura del castello parecchie monete di origine greca, tra cui alcune di Sibari e di Thurii, ed una sola di Crotone, ora in possesso della Soprintendenza Archeologica della Sibaritide.
All’interno della torre è conservato un antico orologio a pendolo, opera di artigiani francesi del 700.